Le fratture del femore negli anziani interessano principalmente pazienti con un’età compresa fra i 70 e i 90 anni. In genere capita di più alle donne perché presentano più facilmente un quadro di osteoporosi.
Il femore si può fratturare in molti modi diversi, e non è detto che accada per forza dopo un trauma o una caduta. Con il tipo di frattura cambia anche il trattamento ma nella stragrande maggioranza dei casi si compone di due momenti fondamentali: l’intervento chirurgico e la riabilitazione post-intervento.
In caso di una frattura di femore si procede con l’intervento chirurgico. Il tipo di intervento cambia a seconda del tipo di frattura: un chiodo per le fratture laterali (pertrocanteriche) e una endoprotesi (una protesi parziale) per le fratture mediali.
L’obiettivo è sempre quello di rendere il paziente prima possibile autosufficiente per evitare che il delicato equilibrio interrotto con l’allettamento possa comprometterne la già delicata fragilità.
Le fratture di femore a volte riguardano anche i giovani (età inferiore a 70 anni). Qui spesso causa del trauma è un trauma a media o alta energia.
Anche qui possiamo avere fratture laterali che possono essere operate con un chiodo endomidollare o fratture mediali.
Nelle fratture mediali qualora la qualità dell’osso sia conservata e la frattura non sia particolarmente scomposta si possono attuare interventi alternativi alla consueta artroprotesi (protesi totale di anca): il Femoral Neck System. Si tratta di un intervento mini-invasivo che permette di ridurre e sintetizzare la frattura con un solo vitone e una piccola placca mediante una piccola incisione. L’intervento consente di poter evitare la protesi di anca e consente di poter riprendere il carico immediato per essere avviati alla riabilitazione.